0.1 COS’È UN PROGETTO DI ANIMAZIONE MISSIONARIA
0.1.1 PROGETTARE
“Il bene va fatto bene”, diceva don Bosco sulla scia di don Cafasso. Ecco qual è il senso profondo del progettare. Il Quadro di Riferimento per la Pastorale Giovanile Salesiana afferma che occorre «una mentalità progettuale»:
La «carità pastorale» non smette di spingere ed animare con una «intelligenza pedagogica» la prassi quotidiana. Il mondo giovanile chiede un rinnovato impegno vissuto nella costanza, con continuità e coralità dei diversi agenti educativi. È necessario, per questo, un progetto capace di continuare la “tradizione” e, nello stesso tempo di amalgamare il nuovo. Diventa essenziale capire il contributo della riflessione e della pianificazione pastorale. Don Bosco stesso, a suo tempo, ha sentito l’esigenza di dare ordine ed organicità agli interventi pedagogici.
Progettare è un atteggiamento della mente e del cuore, prima che un’opera concreta. Progettare è un processo più che un risultato, progettare è un aspetto della pastorale più che un suo atto passeggero, progettare è un percorso di coinvolgimento e di unificazione delle forze. Il progetto ha il pregio di una “carta di navigazione” e di riferimento, dove no codificati i punti di partenza e di arrivo. Il progetto non è una programmazione tecnica, né un vago insieme di idee. È una mappa che orienta la passione educativa e il servizio ai più deboli1.
Ogni progetto che si rispetti ha bisogno, quindi, di una fase di analisi della situazione, nei suoi due momenti di conoscenza e di interpretazione della realtà (che in questo testo corrispondono all’ascolto e all’analisi del contesto); di una fase di progettazione, nei suoi due tempi di progettazione e realizzazione (che corrispondono ai cammini di solidarietà proposti e agli interventi specifici che sono indicati); di un momento di valutazione, necessaria sia in itinere che nella fase terminale del progetto stesso.
Nella costruzione dell’itinerario progettuale ci sembra di aver camminato in modo collegiale, con il coinvolgimento di tanti soggetti, istituzionali e non; ci si preoccuperà di rimanere in un clima di discernimento in itinere; si cercheranno strategie attente, perché sia curata con attenzione la comunicazione.
0.1.2 SOTTOLINEATURE
Ogni progetto ben fatto non si limita a suggerire ideali o a presentare sogni, ma come “carta di navigazione” ha lo scopo di aiutare a camminare in una determinata direzione, mettendo insieme gli sforzi, accompagnando i processi, coinvolgendo menti e cuori e unificando le forze.
È importante pertanto sottolineare che il PROGETTO MISSIONARIO ICC-MOR:
- nasce da un appello esplicito del Rettor Maggiore che chiede a tutta la Regione Mediterranea di «considerare il MOR come un fronte missionario regionale da aiutare»;
- è il frutto del cammino di stretta collaborazione fra l’ispettoria ICC e Medio-Oriente: fra i due ispettori, fra i due delegati di Pastorale Giovanile, fra i due animatori missionari e nel dialogo con i direttori delle case salesiane de Il Cairo, Zeitun e di Alessandria che sono coinvolte nel progetto;
- è a servizio di tutta l’ispettoria salesiana del Medio Oriente, ma si concentra in particolare sull’Egitto e sulle due case della città de Il Cairo, di Alessandria e da quest’anno anche di Damasco, Kafroun e Betlemme;
- è stato a lungo studiato dall’equipe missionaria che ha visitato l’Egitto, dall’animatore missionario, dalla segreteria di PG, dal Consiglio Ispettoriale, dai direttori e dalle comunità de Il Cairo e di Alessandria;
- ha permesso, in questi tre anni, di coinvolgere tanti giovani e salesiani che insieme ai salesiani e giovani del luogo hanno portato avanti varie iniziative negli oratori e nelle scuole;
- si è arricchito della verifica fatta alla fine di ogni esperienza estiva che ci ha permesso sottolineare punti di forza del progetto e vulnerabilità per poterne tenere conto nei successivi anni;
- è stato oggetto di verifica da parte dei due animatori missionari che si sono incontrati a dicembre 2018 e hanno ipotizzato di rinnovare il progetto per ulteriori tre anni a partire dal 1° gennaio 2019. Tale ipotesi è stata poi confermata dai due ispettori;
- è nato dal coinvolgimento dei due ispettori, con l’intenzione di evitare volutamente personalizzazioni e particolarismi. Si ritiene che, come definito tre anni fa, nella conversione che ci viene chiesta di fare, sono da continuare ad evitare “accordi” missionari che riguardano singoli salesiani e singoli missionari, singoli gruppi che sostengono singoli confratelli o singole case, senza che ci sia un accordo esplicito e progettuale fra le ispettorie.
0.2 DON BOSCO IN MEDIO ORIENTE
Il terreno per la presenza dei Salesiani in Medio Oriente era stato non solamente preparato, ma ben arato e coltivato, da don Antonio Belloni, fondatore dell’Orfanotrofio di Betlemme e della Congregazione della Sacra Famiglia: già nel 1893 lo stesso canonico Belloni e circa metà dei suoi confratelli erano entrati nella congregazione salesiana professandone i voti e le regole. Facendosi salesiano, oltre alla casa di Betlemme, don Belloni portava con sé “in dote” la Scuola agricola di Beitgemal, il noviziato di Cremisan e il vasto terreno su cui in seguito sarebbe sorta la casa di Nazareth. Don Belloni morì nel 1903 ed è tuttora ricordato come il “padre degli orfani” (Abuliatama).
0.3 L’ISPETTORIA SALESIANA DEL MEDIO ORIENTE (MOR)
L’Ispettoria Salesiana del Medio Oriente intitolata a “Gesù Adolescente” (MOR) è stata canonicamente eretta il 20 gennaio 1902, dopo richiesta alla Santa Sede da parte del Rettor Maggiore, il Beato don Michele Rua.
La presenza dei figli di don Bosco si sviluppò negli altri Paesi del Medio Oriente: in Egitto nel 1896, in Siria nel 1948, in Libano nel 1952. Per alcuni anni l’Ispettoria MOR comprendeva anche alcune presenze in Turchia (1903-2016); in Iran (1937-2018); Etiopia (1976-1998).
Il legame fra le ispettorie salesiane italiane e il MOR è sottolineato dalla presenza di tantissimi italiani lungo la storia di questa ispettoria. Ancor oggi sono italiani oltre il 30% dei confratelli del MOR, molti di questi provengono dalle nostre antiche ispettorie, in particolare dalla ISA e dalla IRO.
“È una delle Ispettorie più complesse della Congregazione per diversità culturali e linguistiche, per storia e tradizioni, per la varietà delle confessioni cristiane e delle Chiese orientali, per i conflitti tra i diversi paesi, per l’irrisolta questione palestinese, per la presenza maggioritaria dell’Islam” racconta l’Ispettore in una intervista ad ANS.
È l’Ispettoria che comprende tanti luoghi sacri per le tre grandi religioni monoteiste e che conta su 75 Salesiani, distribuiti in 11 comunità e in 5 Nazioni: Palestina, Israele, Siria, Libano, Egitto.
Oratori, scuole, parrocchie, centri di formazione professionale, l’Istituto teologico di Ratisbonne, centri locali di Salesiani Cooperatori, come in tante Ispettorie. E anche i luoghi santi di Beitgemal, per il riferimento a Santo Stefano e al venerabile Simone Srugi, l’azienda vitivinicola di Cremisan, il Museo Internazionale della Natività e la panetteria a Betlemme.
La regione mediorientale tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 è stata colpita da un’ondata di proteste, violenze e sommosse che hanno scosso le società arabe in tutte le dimensioni (sociali, politiche, economiche, culturali, religiose, educative…). In questo contesto vivono le comunità cristiane, e in esse, le comunità dei Salesiani, che insieme danno testimonianza di comunione e di fraternità, al di là delle differenze di cultura, età, formazione. Nelle comunità educative salesiane è rilevante l’accoglienza per giovani e adulti appartenenti alle diverse confessioni cristiane e ai diversi riti, ed è in crescita l’attenzione ai profughi e ai rifugiati. Da evidenziare anche l’impegno per costruire il dialogo, particolarmente con l’Islam, attraverso il servizio educativo con giovani cristiani e musulmani insieme, dove è possibile.
I Salesiani e le comunità cristiane, autentica minoranza, affrontano con coraggio e sacrificio molte sfide, a cominciare dall’unità; risuona l’appello dei Patriarchi cattolici: “In Oriente, o saremo cristiani uniti, o non saremo”. Crescente è il problema dell’emigrazione dei cristiani: le statistiche dicono che alcune Chiese (armena, assira, melkita, maronita, siro-ortodossa) sono più numerose nella diaspora (dal 50 al 70%) che nell’area d’origine. I cristiani mediorientali all’estero sarebbero 12 milioni (contro i 15-16 della regione). Simultaneamente, è in crescita anche l’immigrazione: sono lavoratori espatriati e provengono specialmente dal subcontinente indiano, dalle Filippine e dall’Etiopia. Molti di loro (circa due milioni) sono cristiani.
Nonostante le difficoltà, in Egitto si intravedono segnali positivi di stabilizzazione e le tre comunità hanno sempre continuato tutte le loro attività scolastiche e oratoriane. Per la Siria non ci sono elementi di novità, oltre quanto è già conosciuto riguardo la guerra, i disordini e le violenze. La situazione è molto problematica. Si fa quello che si può, senza assiduità e nell’incertezza quotidiana.
Più che raccontare episodi di una guerra che semina dolore, è bene ringraziare: “È doveroso ringraziare quanti hanno collaborato con la loro generosità a lenire la sofferenza di tanti siriani colpiti dalla sventura di questa guerra: benefattori, parenti, amici, organizzazioni caritative, salesiani… Ciò ha reso possibile offrire l’aiuto indispensabile a chi era ed è ancora nel bisogno” conclude don Munir nella sua intervista.
0.4 LA GENESI DEL PROGETTO ICC-MOR
Dal 26 luglio al 3 agosto 2015 l’animatore missionario ICC e tre giovani volontari dell’equipe missionaria si sono recati a Il Cairo, presso le due case salesiane di El Zeitun e Rod El Farag. L’esperienza ha avuto la finalità, in risposta all’appello del Rettor Maggiore e del Consigliere della Regione Mediterranea, di ascoltare, osservare e conoscere il lavoro dei salesiani, in vista di un progetto di animazione missionaria articolato e coerente (cfr. “Cammino Insieme Regione Mediterranea”, punto n°6, settembre 2014).
I contatti fra la Circoscrizione Salesiana “Sacro Cuore” dell’Italia Centrale (ICC) e l’Ispettoria Salesiana “Gesù Adolescente” del Medio Oriente (MOR) sono iniziati nel novembre 2014 e hanno visto coinvolti i due ispettori di quel periodo, don Leonardo Mancini e don Munir El Ray, i due animatori missionari, don Michelangelo Dessì e don Alejandro Leòn Mendoza, i due delegati di Pastorale Giovanile, don Daniele Merlini e don Simon Zakerian ed infine i due direttori delle case salesiane di El Zeitun, don Dany Kerio e di Rod El Farag, don Pietro Bianchi.
Questa prima fase interlocutoria ha dato dunque vita a questa esperienza missionaria di studio e di approfondimento che ha visto il nascere della proposta a giovani italiani di un’esperienza estiva come occasione per vivere la spiritualità salesiana negli oratori e negli ambienti indicati. Negli anni l’esperienza si è arricchita con altre forme di presenza in queste realtà rispondendo a esigenze delle case e delle scuole locali. E’ infatti nata nell’estate 2017 l’iniziativa dell’insegnamento estivo della lingua italiana, che ha coinvolto volontari che nel mese di luglio hanno dato la disponibilità per l’insegnamento nelle scuole di Rod el Farag e di Alessandria.
Per quanto riguarda l’esperienza missionaria con i giovani volontari, a partire dall’anno 2017, è stata prevista una presenza anche nell’oratorio di Alessandria. Questo progetto ha visto coinvolti in questi anni vari salesiani che hanno coordinato l’esperienza estiva del gruppo di giovani volontari e degli insegnanti e accompagnato i giovani nei mesi estivi.
0.5 ARTICOLAZIONE
Le due Ispettorie propongono per questo nuovo triennio tre tipi di esperienza così articolata:
- ESPERIENZA BASE: Esperienza missionaria estiva che si svolge negli oratori di Zeitun e Alessandria.
- ALTRE PROPOSTE: Chi ha già vissuto l’esperienza base può vivere individualmente o in piccoli gruppi un’esperienza estiva negli oratori di Betlemme, Damasco, o nella casa di Kafroun.
- INSEGNANTI IN EGITTO: Insegnamento della lingua italiana per giovani adulti. L’esperienza si svolgerà presso le scuole di Rod El Farag e Alessandria.