Published On: 5 Aprile 2024

Si possono conciliare in uno stesso appuntamento impegno istituzionale e spirito di famiglia? È quello che sta succedendo nel sesto Capitolo della Circoscrizione Salesiana Italia Centrale, in questi giorni, a Genzano. I lavori procedono intensi – confronti in commissioni, assemblee, consiglio di presidenza – e vissuti in un contesto di grande fraternità e famigliarità, tra caffè condivisi, partita di calcetto e una serata al cinema: laboriosità e spirito di famiglia, proprio come ci ha insegnato don Bosco!

 

Ormai passato il giro di boa dei sei giorni capitolari, abbiamo attraversato i corridoi di “Casa Versiglia”, la struttura che ospita il capitolo, intercettando alcune impressioni da parte dei capitolari, un centinaio tra salesiani e laici invitati.

«La presenza di laici così inseriti e partecipi del processo capitolare – afferma suor Valeria Bologna, Figlia di Maria Ausiliatrice – è indice di quanto queste persone siano coinvolte nella missione salesiana. È evidente da come intervengono e partecipano che il loro coinvolgimento, lungi dall’essere solo di tipo informativo, è veramente integrato e questo vuol dire che nelle loro CEP sono persone pienamente inserite nelle dinamiche dalla missione».

Le fanno eco i signori Igor e Valentina Agostini, famiglia invitata al capitolo e parte dell’equipe di coordinamento dell’oratorio di Civitavecchia: «Siamo stati colpiti e onorati dall’invito ricevuto e respiriamo in questi giorni un grande desiderio da parte dei salesiani di vivere la missione insieme a noi laici, nonostante in alcuni interventi non vengano celate difficoltà e criticità. C’è ancora tanto cammino da fare ma la strada è decisamente intrapresa!. Lo dimostra anche la naturalità con cui in questi giorni ci stiamo confrontando insieme su temi propri della comunità religiosa e della vita del salesiano consacrato. In questo è di grande aiuto il metodo che ci è stato proposto per il lavoro nelle commissioni».

 

Fin dal primo giorno, i capitolari si sono infatti divisi in gruppi di lavoro caratterizzati dal numero limitato di persone – dodici – che stanno procedendo al confronto sui contenuti attraverso il metodo delle “conversazioni spirituali” introdotto dall’ultimo sinodo della Chiesa universale. «Il metodo che stiamo sperimentando – afferma don Alessio Massimi, incaricato dell’oratorio di Civitanova Marche – facilita il confronto, genera apertura, aiuta ad ascoltare l’altro in un clima di accoglienza e senza cadere nel giudizio. Questo rende anche il lavoro in commissione, così come tutto il capitolo, un tempo in cui si respira e gusta lo spirito di famiglia». Proprio sulla condivisione profonda durante i lavori di commissione si sofferma anche Daniele Furiassi, giovane che per la prima volta partecipa al capitolo: «La condivisione che si genera è una grande ricchezza: partire dalle nostre naturali differenze e arrivare a convergere su alcuni punti comuni è affascinante. Le sintesi che poi presentiamo in assemblea è solo una piccola parte del processo molto più ampio e ricco che sperimentiamo nel gruppo, con l’apporto e la partecipazione di ogni singolo membro». Anche Igor si sofferma sul metodo delle commissioni: «Inizialmente percepivo un po’ di imbarazzo nel dover esprimermi su aspetti che riguardano la vita comunitaria dei salesiani, ma ho percepito una grande apertura e questo mi sta aiutando molto…  più procediamo nel lavoro e più mi rendo conto di quanti punti in comune hanno le comunità religiose con le nostre famiglie!».

Il ritmo intenso di lavoro, aiutato dalla bella cornice genzanese, «si arricchisce dei momenti di spiritualità vissuti in modo curato e partecipato» – continua suor Valeria. «La celebrazione eucaristica quotidiana, la liturgia delle ore, l’adorazione serale scandiscono il ritmo e permettono di portare davanti a Dio i tanti confronti che viviamo nelle giornate capitolari».

«Siamo arrivati qui con un po’ di timore – concludono Igor e Valentina – Ci chiedevamo, cedendo a una visione un po’ funzionale: a che servirà la nostra presenza? E cosa potremo noi ricevere dal capitolo? E siamo contenti di aver accolto l’invito perché stiamo sperimentando come il processo capitolare ci aiuti, tra le altre cose, a riflettere e rivedere molto di quanto viviamo nel quotidiano della nostra comunità».

Un quotidiano che interpella con le sue sfide e con la straordinaria missione che il Signore ci affida per il bene dei giovani; un quotidiano di fronte a cui, conclude Daniele, «non vogliamo cedere a forme di asfittico pessimismo, ma desideriamo riconoscere il bene che c’è e puntare su questo con decisione e con gioia».

 

Don Emanuele De Maria