Dai sito di informazione IVG un articolo sui 150 di vita della casa salesiana di Alassio.
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Alassio. La storia non è solo quella di cui si fa memoria, ma è anche quella che si costruisce giorno dopo giorno, con lo sguardo rivolto al futuro. L’Opera Salesiana di Alassio ha appena compiuto 150 anni, e di storie ne può raccontare tante. Ha visto camminare tra le sue mura Santi, ma anche imprenditori, ambasciatori, scienziati, politici, e soprattutto, più semplicemente, uomini e donne “buoni cristiani e onesti cittadini”.
La storia è importante, ma non è sufficiente. Ogni opera salesiana deve essere attenta ai cambiamenti della società attorno a sé, al mutare più frenetico rispetto ai decenni passati; è chiamata a proporre rinnovate attività, ad aggiornare la propria organizzazione, ad ampliare le relazioni, anche sociali ed istituzionali, perché il lavoro in rete e le sinergie sono sempre più indispensabili anche nell’ambito educativo, oltre che in quello economico, scientifico e imprenditoriale.
L’Opera deve saper vivere un impegno costante nel rivisitare il Sogno di Don Bosco, che rimane caratterizzante, ma deve essere realizzato secondo i segni dei tempi e i bisogni del nostro contesto cittadino”, sottolineano dalla Comunità Educativo Pastorale di Alassio.
Frutto di un percorso di discernimento e studio iniziato da anni, la casa di Alassio avrà, a partire dal prossimo anno pastorale, una innovativa forma di gestione. Sotto la diretta responsabilità e l’accompagnamento della Circoscrizione Salesiana dell’Italia Centrale, l’Opera di Alassio, confermando la presenza dei Salesiani, attuerà un rinnovamento delle modalità organizzative e gestionali, ovvero verrà affidata ad un gruppo di laici corresponsabili che, attraverso nuove modalità di conduzione, cercheranno di rispondere al bisogno di innovazione e di fedeltà alla tradizione che la realtà odierna richiede.
Non si tratterà quindi solo di un cambio di persone alla direzione dell’Opera, ma di una revisione complessiva degli organi e dei processi decisionali di tutta l’Opera.
“Un cambio della guardia epocale, che non è frutto di un ripiego per un problema contingente – la carenza di vocazioni – bensì di una matura scelta: il potenziamento numerico e formativo di laiche e laici, collaboratori e corresponsabili nella gestione della presenza nel nome di Don Bosco, oltre a essere un esercizio fondato sul protagonismo laicale in ambito ecclesiale e civile, è una rinnovata modalità di gestione delle Case, che già Don Giovanni Bosco aveva cominciato a sperimentare nelle origini della Congregazione”, spiegano.
E poi aggiungono: “Ci saranno molte sfide da affrontare: formative (contrastare l’abbandono scolastico sempre più precoce), socio-educative (individuare i bisogni più profondi dei giovani e rispondervi in modo adeguato), economiche (proseguire nonostante il calo demografico e le difficoltà della scuola pubblica non statale), culturali (prestare maggior attenzione all’impoverimento e al disagio giovanile)”.
Non solo scuola. Oratorio, chiesa pubblica “Madonna degli Angeli”, ostello e nuove attività allo studio: tutte offerte educative, religiose, formative che continueranno a raccontare e scrivere una storia che si ispira a Don Bosco, che in Alassio ha vissuto momenti di riposo e progettazione per il futuro della Famiglia Salesiana.
“Don Bosco, nella sua vita, ha più volte cambiato e aggiornato la realizzazione dei suoi sogni e desideri, perché, nell’educazione, il futuro chiede innovazione, oltre all’ancoraggio nella tradizione e nel passato”, concludono dalla Comunità Educativo Pastorale di Alassio.