Published On: 26 Maggio 2023
  • Promuovere lo sviluppo della dimensione religiosa della persona, sia nei cristiani come in chi appartiene ad altre religioni, approfondendola, purificandola e aprendola al desiderio di ulteriore cammino di fede. Aiutiamo i giovani, attraverso varie proposte, a vi­vere gli atteggiamenti tipici di un’esperienza religiosa: lo stupore, la contemplazione, l’apertura al mistero, il senso della gratuità. La prima sfida è quella di suscitare la ricerca religiosa e mostrare a poco a po­co la sensatezza dell’atto di fede.Il gioco, il dialogo, il con­fronto, l’incontro sono il terreno della vita, dei suoi problemi, delle sue speranze, delle sue attese, il terreno dell’esperienza. Qui occorre farsi compagni di viaggio dei giovani, condividendo con loro il fati­coso cammino della crescita e dell’approfondimento dell’esperien­za dell’esistenza. Per essi questo terreno è necessariamente quello della loro crescita, dei compiti relativi in ordine alla costruzione della loro iden­tità. A questo essi non sono indifferenti.

  • Suscitare, accompagnare e approfondire l’esperienza della fede, come adesione personale a Cristo, che conduce a vedere la vita con gli occhi di Gesù. È importante sviluppare un itinerario sistematico di educazione alla fede. Chi conosce il processo di maturazione umana dell’adolescente e del giovane si rende conto che l’integra­zione fede-vita esige una grande attenzione educativa.Cerchiamo di accostarci all’esperienza giovanile attivando innanzitutto un ripensamento dei contenuti dell’annuncio e della catechesi. La catechesi esperienziale o antropologica, caratte­rizzata dall’assunzione della problematica umana come contenuto e dimensione, si esprime attraverso un duplice e complementare proposito:

    • proclamare la fede in modo significativo, in tutta la ricchezza esperienziale del messaggio cristiano;
    • aiu­tare la maturazione della fede come atteggiamen­to capace di ispirare e organizzare l’intero processo di maturazione umana, rinforzando l’adesione al Signore attraverso l’incontro personale con l’educatore e la direzione spirituale (cfr. CG23, nn.173-175).
  • Iniziare i giovani a partecipare in modo cosciente e attivo alla liturgia e in modo particolare alla celebrazione dei sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia,

    • favorendo la loro preparazione attraverso un ambiente accogliente e d’amicizia che susciti l’apertura del cuore;
    • curando celebrazioni che conducano a una vera relazione personale con Cristo per la loro bellezza e per la profondità che comunicano;
    • promuovendo un impegno personale per vivere nel quotidiano ciò che si è celebrato;
  • In un mondo dominato dalla fretta, dalla ricerca del piacere immediato e dall’efficienza pragmatica, è urgente creare, per i giovani, ambienti adeguati che favoriscano l’incontro con Dio attraverso percorsi di interiorizzazione: la preghiera personale e comunitaria, l’apertura al mistero, la contemplazione ed il silenzio, l’incontro ed il confronto con la Parola vissuta e condivisa. Questo approccio alla Parola e gli sforzi formativi e d’integrazione di quest’ultima nella preghiera quotidiana della comunità sono estremamente importanti. I giovani sono sempre più sensibili alla lettura orante della Parola di Dio nella forma della Lectio divina quando il testo biblico viene loro spezzato con un linguaggio appropriato e che va a inerire con la loro vita, narrando chi è Dio, per poi rivelare a loro stessi chi sono.

  • Offrire ai giovani esperienze graduali di servizio e di impegno apostolico, che li aiutino a realizzare personalmente l’integrazione della loro fede con la vita, diventando essi stessi, secondo le possibilità di ciascuno, testimoni ed evangelizzatori dei coetanei. Si tratta di una fede che stimoli e approfondisca i processi di umanizzazione e promozione delle persone e dei gruppi secondo il modello di Gesù Cristo.

La dimensione sociale della carità appartiene all’educazione della persona socialmente e politicamente impegnata per la giustizia, per la costruzione di una società più giusta e più umana, scoprendone un’ispirazione pienamente evangelica (cfr. Cost. 32; Reg. 22).

Un’adesione di fede sempre più matura si apre al servizio sincero all’uomo. La proposta e la testimonianza della solidarietà danno credibilità all’annuncio evangelico, perché ne esprimono il potenziale di umanità; già sono an­nuncio della vita nuova in Cristo, e manifestano che il Vangelo è per l’uo­mo, che la Chiesa ha una parola decisiva da dire per la vita, la di­gnità, la speranza e il futuro dell’uomo. Don Bosco ha educato i giovani alle virtù morali dell’onesto cittadino.