Su Avvenire di oggi, Igor Traboni parla del video girato a Latina dove si inneggia alle malefatte di un clan criminale. Tra le reazioni a questo episodio, si riporta anche quella della Comunità Salesiana con il parroco don Francesco Pampinella.
***
Non si è ancora spenta l’eco del video messo online due settimane fa e girato a Latina in cui alcuni giovani inneggiano alle malefatte di un clan criminale, con musica rap e parole choc per esaltare il potere dei clan, i soldi guadagnati facilmente con attività illegali, l’uso delle armi e di ogni altri tipo di violenza per il controllo del territorio, il disprezzo per pentiti e “infami”. Ma altrettanto forte è stata la reazione delle istituzioni e della società civile a Latina, capoluogo di quella provincia del Lazio meridionale dove le infiltrazioni malavitose sono oramai una costante, nonostante il grande impegno delle forze dell’ordine. «Sì, la città ha reagito, ma non da adesso», affermano praticamente all’unisono Gianmarco Proietti e Cristina Leggio, assessori alla pubblica istruzione e alle politiche giovanili, a margine di un documento da loro redatto che pure ha innescato una profonda riflessione in diversi settori cittadini. «Noi pensiamo che i giovani abbiano sempre ragione, anche quando hanno torto – scrivono tra l’altro i due amministratori -. Spesso gli adulti più evidentemente sensibili vorrebbero capire quelle ragioni, anche quando sono espresse in un video che fa paura, dove il branco ghigna e mostra i denti. Ci si dimentica però di un aspetto molto evidente: gli adolescenti non ci chiedono di essere compresi. Loro hanno bisogno di essere rispettati e di
trovare, nella relazione con gli altri, la possibilità di definirsi ed integrarsi». Insomma, si chiedono e chiedono Proietti e Leggio, «è davvero solo una questione educativa?», argomentando come bisogna far di conto con «un mondo degli adulti che rimane indifferente, un altro che fa di tutto per capire e si sente in colpa, un altro che immagina la punizione esemplare ed un altro, che si intravede anche nel video, cinico e arrogante, che sfrutta, plagia e conta i soldi». «Ecco perché – aggiunge Proietti – abbiamo messo in campo una serie di progetti su povertà educativa e abbandono scolastico, d’intesa con le stesse scuole e con le famiglie».
Proprio quello che succede ad esempio nell’oratorio della Cattedrale di San Marco, curato dai salesiani, frequentato da 800 tra ragazzi e giovani. «È il centro della città e ci impegniamo perché da qui si possa irradiare qualcosa di buono», racconta il parroco don Francesco Pampinella. Gli spazi ci sono, anche per quei genitori che per vari motivi non possono accompagnare la crescita educativa dei figli, o per attività come quella teatrale. E ora sta per partire il progetto “Fuori orario” che, assieme al Comune, coinvolge il Centro sportivo italiano, pure molto radicato a Latina insieme ad altre presenze associative, dagli scout ad Azione cattolica. Per non parlare poi delle parrocchie cittadine, ogni giorno su quella strada di un impegno spesso silenzioso ma concreto, nel solco dell’impegno pastorale tracciato dal vescovo Mariano Crociata. Il progetto “Fuori orario” prevede animazione di strada, anche nei due parchi cittadini dove tanti ragazzi gravitano, come pure esperienze ludiche e sportive negli spazi del “Don Bosco” e l’ascolto di situazioni di emergenza per la fascia di età dai 15 ai 30 anni. «Vogliamo continuare a rispondere così, anche attivando case di quartiere come punti di incontro e ritrovo. Compreso il rione popolare che ha fatto da sfondo a quel video, con il quale – chiosa l’assessora Leggio – purtroppo non abbiamo scoperto nulla di nuovo».