Published On: 23 Febbraio 2025

Il 3 febbraio 2025, la parrocchia di San Giovanni Bosco a Roma ha accolto le reliquie del beato Carlo Acutis, portate dalla sua tomba in Santa Maria Maggiore in Assisi per un’intera settimana di celebrazioni. In occasione di questo evento, abbiamo intervistato il direttore parroco, don Giorgio Mocci, che ha condiviso con noi le emozioni e le riflessioni della comunità parrocchiale.

Chi è stato Carlo Acutis?

Nato il 3 maggio 1991 a Londra e cresciuto a Milano, è diventato celebre per il suo impegno nell’usare la tecnologia per diffondere la religione, in particolare attraverso la creazione di un sito web che documentava i miracoli eucaristici nel mondo. Carlo è stato un ragazzo molto devoto, che ha partecipato con costanza alla messa e praticato la carità. Nonostante la sua giovane età, ha dimostrato una maturità spirituale fuori dal comune. Morì nel 2006, a soli 15 anni, a causa di una leucemia fulminante. Nel 2020 è stato beatificato dalla Chiesa cattolica, riconoscendo le sue virtù eroiche e il suo esempio di vita cristiana. Il suo percorso di santità è diventato un’ispirazione per molti giovani, che lo considerano un modello di fede e di utilizzo positivo delle tecnologie. La sua figura è anche simbolo di come la modernità e la spiritualità possano convivere armoniosamente.

Perché questo pellegrinaggio delle sue reliquie per le parrocchie romane?

Carlo verrà canonizzato durante il Giubileo, insieme ad altri beati giovani come Pier Giorgio Frassati. Le reliquie risvegliano la fede e la santità giovanile e rendono i santi molto più vicini ai nostri tempi.

Cosa c’entra Carlo Acutis con la spiritualità salesiana?

Secondo me, ricorda molto Domenico Savio e la sua formula di santità che gli aveva insegnato don Bosco.  Per diventare santo devi vivere con allegria che viene dal Signore Gesù che ti ama, affrontare i tuoi doveri di studio e di preghiera e, infine, far del bene agli altri. Carlo Acutis aveva scritto il kit della santità, se vogliamo una cosa più moderna. Ricordo sempre con emozione questo episodio che mi raccontò la madre di Carlo che ho avuto il piacere di conoscere e ve lo riporto per farvi comprendere l’importanza di questo giovane ragazzo: al funerale di Carlo la madre aveva visto molte persone che non conosceva e allora aveva iniziato a chiedere chi fossero, così facendo scoprì quante persone Carlo avesse aiutato in vita. Questo ragazzo aveva un cuore pieno di carità.

Quali pensa siano i valori principali che Carlo Acutis ha incarnato nella sua vita?

Carlo Acutis ha cercato di vivere in maniera straordinaria le cose ordinarie della vita, per cui non tralasciava di fare quello che facevano tutti i giovani della sua età; per esempio, giocava a calcio nella sua scuola, suonava il sassofono e utilizzava anche i social. Il valore che ha dato in più è che lui era veramente un ragazzo di fede. La sua fede, soprattutto in Gesù e nell’Eucarestia, lo ha portato a rendere straordinaria ogni cosa che faceva.  Si è comportato con i compagni di classe come un apostolo. Oppure, nell’utilizzare internet ha veicolato il suo amore per l’Eucarestia facendo quella mostra e quel sito che esiste ancora miracolieucaristici.org sui miracoli eucaristici di tutto il mondo e ha reso internazionale questo suo amore.

In che modo la devozione della fede del beato possono essere un modello per chi vive nel mondo digitale e per chi ci opera?

Sicuramente per Carlo era importante la comunicazione: un conto è la comunicazione e un conto è cosa si comunica  Lui aveva ben chiaro che quello che utilizzava era uno strumento, non era un passatempo; per lui era proprio un mezzo della fede e sapeva cosa voleva comunicare. Aveva ben chiaro il fine e il mezzo della cosa: per me  questa è la cosa più importante. Per tutta la sua vita lui ha avuto ben chiaro le coordinate di fede, secondo me, per vivere una vita bella, secondo il Vangelo.