“Andare nei luoghi di don Bosco ci ha permesso di entrare in contatto con la realtà che lui ha costruito e ci aiutato ad avvicinarci ai suoi pensieri”.
“Ascoltare la storia di don Bosco, vedere con i nostri occhi tutto quello che ha fatto per noi giovani, ci ha fatto apprezzare ancora di più la possibilità di seguire un percorso professionale, perché senza di lui tanti giovani non avrebbero potuto fare scelte per il futuro”.
“Ciò che in questi giorni mi ha colpito di più è come tutto sia nato da una piccola casetta di campagna fino ad arrivare ad avere case in tutto il mondo. Mi sono reso conto dell’aiuto enorme che don Bosco ha dato ai ragazzi”.
Queste sono solo alcune delle testimonianze che hanno scritto i ragazzi del CNOS FAP di Perugia e Foligno dopo la visita a Valdocco e al Colle Don Bosco.
Durante la visita hanno avuto modo di entrare negli ambienti scolastici e nei laboratori, che erano molto curiosi di poter visitare per poter vedere le differenze con la propria esperienza e per poter apprezzare anche le cose in comune. Una cosa che ha colpito tutti è stata la grandezza della realtà di Valdocco, grandezza che li ha colpiti ancora di più dopo la visita al Colle. Sono rimasti affascinati da come una scintilla partita da una povera casa di campagna si sia propagata nella città per poi arrivare in tutto il mondo. Si sono interessati alla quantità di lavoro che è stato fatto da don Bosco per poter permettere ai ragazzi di seguire un percorso professionale che li rendesse liberi di avere la propria vita.
Visitando i luoghi in cui tutto è iniziato, in particolare i luoghi di Valdocco, dalle cucine alle stanze di don Bosco, hanno capito le difficoltà e le privazioni che sono state incontrate e proprio per questo ne hanno apprezzato ancora di più lo sforzo di riuscire a creare una cosa nuova, e sono anche rimasti molto colpiti dalla tenacia e dalla perseveranza dimostrata da don Bosco nel voler garantire a tutti i costi un futuro ai ragazzi.
Vivere, anche solo per pochi giorni, a contatto con una realtà così importante, avere modo di pregare dove è custodito il corpo di don Bosco, tutto ciò ha creato un bel momento di comunione tra i ragazzi e noi insegnanti che li abbiamo accompagnati, ricordando a tutti noi di ringraziare per tutto quello che don Bosco ha fatto per darci la possibilità di essere lì in quel momento. E’ stato un primo passo che ha coinvolto un piccolo gruppo dei nostri centri professionali. Questi ragazzi hanno aperto un cammino affinché in futuro anche altri possano vedere da vicino dove Giovannino Bosco ha sognato il loro futuro.
Camilla e Cristiano