Oggi viviamo in un periodo complesso e pieno di tante esperienze che riempiono le nostre giornate. Le Opere e gli ambienti salesiani sono ricchi di tanti adulti che ogni giorno si spendono per il bene dei giovani, ma le giornate piene impediscono tante volte la possibilità di dedicare del tempo alla nostra formazione. Questa è stata la proposta dell’Ispettoria nel diploma di Pastorale Giovanile: dare la possibilità a dei laici credenti, impegnati, di trovare del tempo per una formazione spirituale, culturale e teologica.
A luglio dello scorso anno, con qualche ritardo per la situazione pandemica, è iniziato il lungo percorso che tra modalità online e in presenza ha condotto 50 adulti, provenienti da tante opere e ambienti salesiani dell’Italia Centrale, a mettersi in ascolto per essere testimoni.
Nel tempo tutto ha preso forma: i professori, che ci hanno accompagnato in questo viaggio, diventati per noi veri e propri Maestri di Speranza, e i tanti volti, dei compagni di viaggio, trasformatisi da semplici Nomi a Storie da custodire ed esperienze da condividere.
La ricchezza degli incontri, condotti dai docenti, ha permesso di andare in profondità nella formazione, toccando molte volte la nostra interiorità. Questo ha consentito di confrontarci prima di tutto con noi stessi, di mettere noi al centro della proposta e non gli altri. Ricevere questa formazione nella fede è stato un mostrarci il grande valore che coinvolge la persona in maniera globale. Il cammino ha portato a riconoscerci discepoli ed apostoli nel vivere la nostra vocazione e missione, come membri della Chiesa e cittadini della società. Nella proposta salesiana, il far acquisire a noi laici, questa consapevolezza, ci rende protagonisti nella condivisione della Missione nella sua grandezza e pienezza. Lasciandoci coinvolgere nella totalità abbiamo potuto prendere coscienza del dono ricevuto, accoglierlo nella quotidianità trovando forme concrete, personali e comunitarie, per viverlo.
L’altra chiave di successo sono state le relazioni. Nella situazione attuale non era facile costruire ponti tra noi, ma la cura dei momenti è stata fondamentale per costruire la rete familiare che ha portato tutti ad aprirsi allo stare insieme. Celebrare insieme, ascoltare ed ascoltarci, raccontare e raccontarci, condividere momenti ricreativi è lo stile che ci ha guidato. “Scoprirci”, da tanti ambienti educativi diversi, ci ha permesso di confrontarci in modo trasversale senza soffermarci sulle tecniche.
Nel ripensare a questo tempo, in cui ho vissuto il diploma, sono certa del grande dono ricevuto, perché mi ha permesso, rielaborando la mia vita, di essere più consapevole della missione testimoniale che mi è affidata da laica nel mondo e di sentirmi parte di una Chiesa in cammino con gioia e speranza.
A nome di tutti ringraziamo Don Stefano, Don Francesco e Don Emanuele per la presenza e l’accompagnamento costante durante il diploma e tutti i docenti che ci hanno guidato con pazienza nell’accrescere la nostra conoscenza.