Su Avvenire è stato pubblicato, oggi, un articolo dedicato alla presenza salesiana in Sardegna.
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Hanno formato generazioni di sardi che guardano ai salesiani, anche a distanza di tanti anni, con affetto e gratitudine. La prima presenza dei figli di don Bosco nell’Isola è datata 1898: a Lanusei nasce la prima casa salesiana con l’Oratorio e il centro professionale. Ora non sono più gestiti dai salesiani, ma resta il simbolo di una presenza storica che ha fatto dei religiosi un punto di riferimento non solo per l’Ogliastra, ma per tutta l’Isola. A Cagliari, dopo l’Istituto di viale Sant’Ignazio ecco la parrocchia e quella di San Paolo, in piazza Giovanni XXIII, fondata nel 1958. Sono presenti anche l’Oratorio e il Centro giovanile. La parrocchia si è subito caratterizzata per il suo forte radicamento nel territorio, soprattutto nei primi anni con un quartiere, quello della Fonsarda, in rapida espansione. Oggi in città i religioni sono 20: quattordici in viale Sant’Ignazio, sei in piazza Giovanni. Altra roccaforte salesiana in diocesi è stata dal 1967 a Selargius il Centro di Formazione professionale, parrocchia, Oratorio e Casa Famiglia, sorti nel 1967. Parrocchia che i salesiani hanno dovuto lasciare per carenza di vocazioni: «girata» alla diocesi, è retta dagli Oblati di Maria Immacolata. Ma è forte il radicamento salesiano nell’Isola: nel 1981 a Nuoro è sorta la parrocchia con l’oratorio e il Centro Professionale; parrocchia che i figli di don Bosco lasceranno tra due anni alla diocesi. Forti sono le presenze salesiane a Sassari e Olbia. Oltre il ramo maschile, in Sardegna ci sono le suore di Madre Mazzarello: a Cagliari, Monserrato, Guspini, Sanluri, Macomer e Nuoro.
Educazione e prevenzione. Nello spirito di don Bosco. I salesiani sono presenti in diocesi da poco più di un secolo: sempre attivi con quel carisma che vede nel «metodo preventivo» il loro stile di vita. Ancora oggi, sia nella parrocchia di San Paolo che nelle scuole di viale Sant’Ignazio e via Lai, formano la persona. L’arrivo dei salesiani a Cagliari ha una data ben precisa: 13 ottobre 1913 e i primi sono il direttore, don Matteo Ottonello, don Giuseppe Roncaiolo, proveniente da Tunisi, don Pietro Chevrel, francese e maestro di musica, il chierico Francesco Fazi, il coadiutore Domenico Zanchetta. Li accoglie nella sua casa (l’istituto di viale Sant’Ignazio non era ancora stato ultimato) don Mario Piu, direttore diocesano dei Cooperatori salesiani e presidente della parrocchia di sant’Anna. La scuola, sempre cavallo di battaglia dei salesiani, viene aperta con due corsi: III e IV elementare, un doposcuola per i corsi elementari, tecnici e ginnasiali inferiori. Fissata anche la retta: per le scuole elementari è di 5 lire mensili, sette per il doposcuola. L’anno dopo viene aperto l’oratorio, che ha vita breve: mancano i mezzi e arriva la prima guerra mondiale. Il 1916 segna di fatto l’inizio dell’oratorio, anche se il decollo vero e proprio avviene al termine del conflitto bellico quando arriva da Frascati don Domenico Gallenca. L’erezione canonica della casa «Don Bosco» di viale Sant’Ignazio è del 28 maggio 1926 (la posa della prima pietra risale al 1908): nel 1943 l’istituto viene gravemente danneggiato dai bombardamenti. Verrà ricostruito e ampliato nel 1948. «La scuola – dice don Michelangelo Dessì, direttore dell’Istituto di viale Sant’Ignazio – è una tradizione bellissima: i salesiani formano la coscienza dei giovani; una azione educativa formidabile. Non è solo scuola, è molto di più: è esercizio democratico». La scuola è da sempre punto di riferimento per la città (anche se con il Comune, da anni, si è aperto un contenzioso per il pagamento dell’Imu: il Municipio chiede 800.00 euro di arretrati). «Abbiamo bisogno – aggiunge – di continuare a sperare nei giovani. Stiamo trasmettendo quello che abbiamo ricevuto: è commovente che i ragazzi, quando concludono il ciclo di studi, restino
legati a noi». I salesiani in viale Sant’Ignazio hanno la scuola media e i licei classico e scientifico. Senza dimenticare l’«Infanzia lieta» in via Lai.