Published On: 18 Ottobre 2023

Se ne è parlato nei giorni scorsi (12-15 ottobre) a Malaga all’interno del Seminario Internazionale sull’Accoglienza dei Migranti e dei Rifugiati, occasione per riflettere sull’azione salesiana in questo campo. Oltre un centinaio i partecipanti provenienti da Portogallo, Spagna, Italia e Medio Oriente. Dalla nostra ispettoria hanno preso parte il Superiore don Stefano, insieme a don Emanuele De Maria, Alessandro Iannini, Carlos Oliveira Soma e don Giampiero De Nardi.

Il Seminario non poteva non partire da un dato oggettivo: il notevole incremento delle iniziative dedicate all’accoglienza e all’integrazione dei migranti e dei rifugiati, soprattutto nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L’obiettivo? Riflettere su queste attività, unificare le strategie e rispondere ai bisogni delle persone colpite da questa drammatica situazione. Vari i relatori che si sono alternati: Giuseppe Riggio, con lo scenario delle migrazioni nel Mediterraneo: cause e prospettive; Alberto Ares e il motto ‘Siamo tutti migranti: verso una teologia delle migrazioni’; e Vincenzo Salerno, sugli aspetti socio-educativi nella pastorale e sugli aspetti pastorali in opera sociale: il caso della Comunità di San Luigi – Gorizia (Italia), opera salesiana di MSNA sulla cosiddetta “rotta balcanica”.

Seminari di questo tipo sono anche l’occasione per condividere buone pratiche, in ascolto dei vari partecipanti, oltre che seguire alcuni corsi specifici come quelli di Don Bosco International (DBI), guidati da Sara Sechi con il focus sulla prospettiva salesiana dell’Europa e dell’Europa migrazioni.

 

Abbiamo chiesto a don Emanuele De Maria, delegato di Pastorale Giovanile dei Salesiani dell’Italia Centrale di condividere le sue impressioni: «il Seminario è stato un momento prezioso di confronto e riflessione e una risposta seria a una situazione quanto mai attuale, strutturale e non solo emergenziale. Due aspetti mi sembra importante evidenziare, tra i tanti possibili: da una parte la crucialità di mettere al centro la persona, vincendo la tentazione di ragionare semplicemente secondo categorie di massa e promuovendo quindi un linguaggio “controcorrente”; dall’altra l’importanza di crescere nella consapevolezza che la questione tocca tutte le nostre case salesiane e riguarda tutte le nostre proposte educativo-pastorali, chiamate a promuovere una cultura evangelica di accoglienza, di incontro e di sana integrazione».

Al Seminario era presente anche il delegato ispettoriale per l’Emarginazione e il Disagio, il dott. Alessandro Iannini che volentieri ha risposto alle nostre domande:

Come riassumeresti l’esperienza vissuta in questi giorni di confronto con le varie realtà salesiane della nostra Regione Mediterranea?

C’è una frase di don Nando Capovilla che mi ha particolarmente colpito e credo possa riassumere bene queste giornate: “Vi dicono profughi, migranti, rifugiati, richiedenti asilo, ma vi prego: ripetetemi ancora una volta i vostri nomi, mostratemi il vostro volto, narratemi le vostre storie, anche se poi non dormirò. Siete entrati nella mia vita come nella mia casa: con timidezza rispettosa e stupita meraviglia…. Non c’è casa, non c’è lavoro, non c‘è tempo per voi. Ma non siete una emergenza, una questione, un problema complesso. Siete figli e fratelli nel mondo. E io, figlio e fratello, faccio come se di ciascuno di voi fossi madre”

Come rendere possibile uno approccio differente alla realtà delle migrazioni?

Ci rendiamo conto che è tempo di dare voce a vissuti di chi per mille motivi lascia il proprio paese alla ricerca di un futuro migliore e di un sogno da realizzare. Il modo in cui si narra quanto avviene e quanto si vive fa sì che si scelga di dare risposte di un certo tipo e se una cosa è percepita come reale sarà reale nelle conseguenze.

Ritieni sia possibile nelle nostre case salesiane?

Nella complessità del mondo in cui viviamo le nostre comunità educativo pastorali possono essere, e in parte già lo sono, esempi di questa convivialità di differenti culture, laboratori in cui chi arriva e chi accoglie possono realizzare un incontro che realmente porterà beneficio e ricchezza a tutti.

Quale il compito al termine di questo seminario anche per la nostra ispettoria?

Sicuramente abbiamo bisogno di crescere nel lavorare insieme come rete salesiana e in rete e comunicazione con le istituzioni dei diversi paesi: Don Bosco è presente e unisce le due sponde del mediterraneo. A noi il compito e la responsabilità di renderlo visibile.