Nel cuore di questi giorni di Capitolo Ispettoriale dei Salesiani dell’Italia Centrale, proseguono i lavori delle otto commissioni in cui sono stati suddivisi i confratelli Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice e i laici invitati (tra cui un certo numero di giovani) per rendere più agevole e, soprattutto, partecipato il dibattito e il confronto per arrivare così, insieme, a delineare quelle linee di futuro che il Signore ispira e affida ai figli di don Bosco, e alla sua famiglia, nell’Italia Centrale.
Tanti gli spunti di confronto e i temi che chiedono di osare e sognare rimanendo fedeli a quella storia che ci ha generato e che trova ancora nel cuore di don Bosco il criterio fondamentale di discernimento e di scelta. Diversi certamente i punti di vista vissuti dai capitolari, ma comune il desiderio di spendere la vita insieme per il bene dei giovani, specie i più poveri, questo si evince da alcune delle voci dei partecipanti: «Cercare insieme la risposta più autentica ai desideri che ci portiamo dentro!» dice ad esempio don Salvatore Policino, a cui fa eco in qualche modo Giovanni Rook, giovane confratello post-novizio: «è sempre un dono il rivedere confratelli dopo tanto tempo e conoscerne nuovi, ma anche per me quest’anno lavorare da vicino nella segreteria sui documenti comprendendo le varie sensibilità in Ispettoria e apprezzando l’esperienza e la visione di confratelli più “esperti”».
Carico di riconoscenza e di attese invece lo sguardo di Cecilia Ruggieri, segretaria del MGS dell’Italia Centrale: «Il clima di comunione che questa esperienza crea credo sia la grazia più grande. Sono giorni che generano strade di speranza, incoraggiano nuove idee e permettono di sentirsi fratelli in cammino insieme per la stessa missione. Vivere questo tempo così peculiare per la vita dell’Ispettoria permette di poter fare un gran respiro per tornare poi nella quotidianità rinnovati nello Spirito e sempre più saldi nella fede».
E’ invece nelle parole di Marta Rossi, coordinatrice provinciale dei Salesiani Cooperatori nel Lazio, che cogliamo la peculiarità della metodologia scelta per il lavoro delle commissioni: «L’esperienza del Capitolo è stimolante perché mi obbliga ad ascoltare senza replicare, ad accogliere i pensieri degli altri e a immaginare insieme la nostra ispettoria nel futuro». Tante le risonanze che questi giorni stanno generando, come tanti sono i sogni di futuro che dalla liturgia traggono linfa vitale e dalla condivisione delle diverse esperienze personali e comunitarie una casa da abitare.
Nella serata è atteso un momento di confronto e dibattito con il Superiore, e presidente dell’assise capitolare, don Stefano Aspettati, a partire dalla sua rilettura della relazione di don Juan Carlos Perez Godoy al termine della Visita Straordinaria vissuta nei mesi scorsi dalla nostra ispettoria.
don Francesco Galante