Gerusalemme, 11 Giugno 2023
Il corpo del Signore e il servizio sono stati i due punti dell’omelia di mons. PierBattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme alla Messa di ordinazione diaconale di Domenica 11 Giugno. Svoltasi nella cornice splendida del Getsemani, in una chiesa quasi al buio per indicare il momento terribile della preghiera del Signore nell’orto degli Ulivi, con una grande pietra davanti all’altare sopra la quale Gesù ha sudato sangue, si è celebrata l’ordinazione diaconale di sette diaconi tra i quali don Matteo Sassano, salesiano di Livorno.
La solennità del Corpus Domini sottolinea l’offerta viva del suo Corpo per la redenzione del mondo. Il corpo del Signore è donato e il sangue è versato. Più volte mons. Pizzaballa ha ripetuto in inglese l’espressione “given up”, indicando che il corpo e il sangue non vanno trattenuti, ma donati, non sono conservati per sé, ma versati in offerta per la vita delle persone, per il mondo.
Ecco allora il collegamento con il secondo punto: il servizio. Essere istituiti diaconi significa mettersi al servizio, donare la propria vita come ha fatto Gesù che ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Il servizio del diacono è anzitutto all’altare, senza il collegamento con l’altare, con il sacrificio, con la croce, con l’Eucaristia non acquista pieno significato neanche il servizio al prossimo, ai giovani poiché rischia di essere solo un servizio filantropico e non caritativo, la cui sorgente è solo l’Eucaristia, la vita offerta di Gesù al Padre.
Matteo Sassano si è preparato accuratamente in questi anni di studi teologici in Terra Santa, dove ha potuto approfondire la Sacra Scrittura nei luoghi stessi dove sono avvenuti i fatti del Vecchio e del Nuovo Testamento. Inoltre vivendo in una comunità internazionale con 17 nazionalità diverse si è allenato a cogliere la differenza e ad apprezzarla, la stessa differenza che si respira girando per le vie di Gerusalemme dove ebrei ortodossi, mussulmani palestinesi, cristiani arabi e turisti stranieri offrono uno scenario suggestivo che ti permette di valorizzare ciascuna cultura e di integrare le differenze religiose.
La sfida della testimonianza cristiana nella terra di Gesù continua ancora oggi per la Chiesa.
Matteo al rientro in Italia presterà il suo servizio diaconale nella comunità di Latina.