Nel pomeriggio della seconda giornata dell’Assemblea Ispettoriale, salesiani e laici hanno vissuto un tempo di pellegrinaggio alle tombe dei martiri, segno della speranza cristiana nella resurrezione.
Chiesa fondata nell’amore
sei tempio santo del Signore
edificata dai tuoi santi
tu sei speranza dell’umanità.
Mossi da questa certezza e desiderosi e di metterci in cammino verso il luogo della memoria dei martiri, nel pomeriggio di venerdì 30 agosto siamo partiti alla volta delle Catacombe di san Callisto, sull’Appia Antica.
Dopo la celebrazione eucaristica di ringraziamento presieduta da don Stefano Aspettati, al termine del suo sessennio come Superiore ICC, durante la quale si sono festeggiati anche i confratelli che celebravano anniversari giubilari, i 314 partecipanti all’Assemblea Ispettoriale hanno raggiunto il comprensorio di Callisto per iniziare il breve pellegrinaggio verso le catacombe. Breve, ma intenso, si potrebbe dire, perché le due brevi soste di preghiera erano due stazioni della via Lucis – Gesù conferma la fede di Tommaso e Gesù Risorto affida agli apostoli la missione di predicare il Vangelo – tra le quali si può idealmente delineare il percorso che ognuno di noi è chiamato a fare per poter essere segno di speranza laddove si trova: passare da un incontro personale ed autentico con il Signore per divenire capaci di portare la gioia che da quell’incontro nasce.
E così, dopo una chiara introduzione ai simboli e alla struttura delle catacombe, a cura del nostro confratello don Mirko Mochi, siamo potuti scendere – al fresco – a visitare i luoghi di sepoltura dei primi cristiani. La ricchezza delle iscrizioni e degli affreschi, alcuni una vera e propria professione di fede, la significatività e l’eloquenza dei luoghi, che qualcuno si trovava a visitare per la prima volta, hanno permesso a tutti, anche chi all’inizio era partito in modalità “gita scolastica”, di tornare in superficie con la chiara percezione di aver visitato un luogo che da solo parla di fede e speranza e in cui il nostro essere cristiani viene provocato ad una maggiore radicalità.
Penso sia stato un’idea azzeccata collocare questo momento quasi come anticipazione di vari pellegrinaggi che, come singoli e come CEP, ci vedranno impegnati nel prossimo Anno Santo, a ricordarci che davvero la Chiesa è fondata sull’amore ed edificata dall’esempio e dalla carità dei santi, e tra di loro i molti martiri dei primi secoli.
Pellegrini della speranza, quindi, abbiamo provato ad essere in un caldo pomeriggio romano di fine agosto, consapevoli che il percorso che ci sta davanti è ben impegnativo, ma con la certezza che la speranza che viene da Dio certamente non delude e può rendersi visibile, nelle membra della Chiesa, anche attraverso il nostro piccolo contributo, che sarà credibile solo se testimonieremo con la vita di ogni giorno ciò che professiamo con la fede.
Augusto Cifola, sdb