
Carissimi Confratelli,
il Signore della Vita ha accolto nel suo abbraccio di pace il nostro Confratello Sacerdote sig. Roberto Calcaterra, della Comunità di Roma Artemide Zatti, deceduto quest’anno 2023, a 85 anni di età, 67 di professione religiosa.
Breve profilo bibliografico
Roberto nasce a Tolentino il 3 marzo 1938, figlio di Adamo e di Ersilia Mancini, ultimo di cinque figli: Giuseppina, Nazzareno, Gino e Gina.
Di fatto è Tolentino la cittadina che lo vede crescere nei suoi primi anni vita. Come si usava una volta non trascorrono molti giorni prima della celebrazione del Battesimo il 6 marzo, tre giorni dopo la nascita: segno che in famiglia comincia a respirare un clima di fede. E la Cresima è celebrata quando Roberto ha compiuto 7 anni.
Ma è solo a 18 anni che fa il suo primo ingresso nella Casa Salesiana che era a Tolentino e dopo un anno nel 1957 si reca a Loreto, dove nella Casa Salesiana per un anno inizia il cammino di formazione alla vita salesiana. Probabilmente è proprio a Loreto, prossimo al Santuario e alla Sacra Casa, che il suo cammino di vita è sempre accompagnato dall’ amore, dalla devozione, dalla intercessione e protezione di Maria.
Le sue domande, i suoi dubbi, le sue fatiche (così si esprime) sono sempre messe nelle mani di Maria, e di Maria Ausiliatrice.
Manifesta subito la sua grande laboriosità e la sua dedizione, appassionata e silenziosa, nella collaborazione innanzi tutto per i servizi domestici.
A Tolentino prima e a Loreto poi, egli svolge il servizio di portinaio e di refettoriere: oggi potremmo pensare a incarichi secondari, ma sappiamo dalle stesse parole di don Bosco come questi due servizi fossero indispensabili per creare un clima di famiglia nel Collegio.
Nell’anno 1958 – 1959 è a Lanuvio per il Noviziato che si conclude con la prima professione come Salesiano Coadiutore nella Congregazione Salesiana il 16 agosto 1959.
Nella domanda in vista della Prima Professione scrive: “Soprattutto mi rivolgo alla Madonna e a nostro Signore per la mia perseveranza e che tutto vada bene”
Seguono due Professioni triennali, che sono segno della sua forte decisione di essere Salesiano per tutta la vita.
Dicono coloro che hanno seguito la sua formazione: “Di buono spirito religioso e obbediente. Laborioso. Elemento di fiducia. Di carattere remissivo. Dà affidamento di riuscita. Docile, calmo e un po’ riservato.”
La domanda che Roberto presenta per il rinnovo della seconda Professione triennale (siamo nel maggio del 1962, Roberto ha 24 anni e si trova nella Casa di Lugo in Romagna) può forse essere accolta come la sintesi di tutta la sua personalità spiritualità:
“Faccio domanda di essere ammesso a rinnovare i voti religiosi di povertà, castità, obbedienza a Dio, in qualità di coadiutore nella Società di San Francesco di sales, per altri tre anni secondo le Costituzioni salesiane, con la speranza di farli poi in perpetuo. Scopo principale della mia domanda è: di ricambiare con l’omaggio della mia povera persona, per quanto mi sarà possibile, al grande amore di Gesù misericordioso per me, poter attendere con più facilità alla propria santificazione, a fare un po’ di bene al mio prossimo. Spero di fare ciò con la buona volontà, ma specialmente con l’aiuto soprannaturale che Gesù in Sacramento non mi farà mancare interponendo l’intercessione della Vergine Ausiliatrice. Affido la mia supplica nelle mani di don Bosco santo, affinché mi ottenga questa grazia tanto desiderata”.
A Loreto, 8 settembre 1965, Festa della Natività di Maria Vergine, Roberto emette la Professione Perpetua.
La quasi totalità della sua vita salesiana trova Roberto nelle Case della allora Ispettoria Adriatica: Lugo, Gualdo Tadino, Fossombrone, Vasto, Ancona, Ortona, Terni, Porto Recanati, Loreto. Quasi 60 anni di vita salesiana sono dedicati a tutte quelle attività, meno appariscenti ma non meno necessarie per far vivere in Comunità, nelle Case Salesiane, nei Collegi, lo spirito di famiglia, la fraternità, un clima sereno dove ognuno poteva sentirsi accolto e destinatario di una attenzione e di una cura.
“Lavoratore assiduo e metodico. Spiccato senso dell’ordine e del dovere”: sono elementi che non sono mai mancati nella sua dedizione alla Comunità e alla Casa salesiana dove è stato chiamato dall’obbedienza.
Nel 2012, dopo 11 anni trascorsi a Porto Recanati, Roberto è inviato nella Casa di Loreto: un ambiente più adatto per le condizioni di salute che cominciano a presentare maggiori fragilità. Il Vicario dell’Ispettore Don Antonio Sanna lo ringrazia per gli anni trascorsi a Porto Recanati: una presenza segnata da dedizione e umiltà nei servizi richiesti. “L’ambiente sereno e accogliente di Loreto ti permetterà di curare la salute e il riposo, mettendoti a disposizione dei confratelli in quei piccoli sevizi che potrai fare”.
Tre anni a Loreto e poi nel dicembre del 2015 il trasferimento nella Casa Sant’Artemide Zatti: la sua salute aveva bisogno di essere curata e protetta. L’Ispettore Don Leonardo Mancini non può che ringraziarlo “per il servizio svolto in questi anni presso la comunità di Loreto …. E la tua presenza nella nuova comunità è un dono per gli altri, confratelli, e che potrai continuare a offrire a tutti la tua esperienza spirituale e fraterna, oltre naturalmente alla tua preghiera”.
Alcune considerazioni sulla sua presenza nelle varie case dalla testimonianza di alcuni confratelli don Francesco Pampinella, don Giuseppe Masili, don Carlo Russo, don Giovanni Molinari:
“Salesiano mite ed umile, discreto e riservato, delicato nei rapporti umani… Sempre disponibile e felice di aiutare in comunità con piccoli e preziosi servizi, particolarmente nel preparare il necessario per la celebrazione eucaristica comunitaria… Sempre attento, nel suo modo di agire, nonostante le esigenze dovute alla sua malattia, a rispettare il ruolo ed il lavoro degli altri”
“Uomo mite e generoso, laborioso e di preghiera, il signor Roberto è stato un salesiano che aveva incarnato una dignitosa povertà. All’apparenza sembrava schivo e timido ma in realtà era amato dalla gente per la sua semplicità e disponibilità. Ricordo bene il suo sorriso amabile e simpatico. Amava la vita dell’oratorio e il suo servizio in parrocchia era assai prezioso, così come prezioso era il suo preparare la cena ogni sera per noi confratelli. La vita del signor Roberto non faceva rumore ma se ne avvertiva la mancanza quando non c’era. Era un coadiutore e aveva incarnato questa vocazione tanto cara a don Bosco”.
“In comunità aveva il compito di provveditore. Era sempre attento perché nulla andasse sprecato o fosse dimenticato nel frigo o da buttar via: per lui non c’erano date di scadenza, anzi quei cibi erano i suoi preferiti”.
“Il sig. Roberto ha fatto parte di quella categoria di confratelli coadiutori che si sono sporcati le mani nelle cose più umili e nascoste. Me lo ricordo con la sua lambretta e un cesto dietro a fare la spesa tutte le mattine.
“Aveva aperto la comunità di Vasto con don Marinelli e don Stella. Nella comunità di Vasto per tanti ragazzi cresciuti negli scout uno solo era Akela, il signor Roberto Calcaterra tanto che i ragazzi lo chiamavano solo così perché fin dagli inizi ha seguito il Branco del Vasto 1. Alla testa dei suoi lupetti era sempre impeccabile, preciso, pieno di iniziative e attento a tutti i ragazzi”.
Un aneddoto ce lo racconta don Carlo: “Ai bordi del vecchio campo di calcio in terra battuta dell’oratorio [a Porto Recanati] c’erano due panchine in pietra e il mio timore era che potessero essere un pericolo per i ragazzi in corsa durante le partitelle. Chiesi a Roberto se mi desse una mano a risolvere il mio cruccio. L’indomani mattina le panchine non c’erano più. “Roberto, e le panchine dove sono?” – gli chiesi sorpreso e felice. “Sono sottoterra”. Il signor Roberto, non saprei dirvi né quando né come, le aveva sepolte”.
Dal 2015 Roberto viveva in questa comunità, dove è stato amorevolmente accudito per diversi anni. Vorrei davvero ringraziare la comunità Zatti, nei salesiani e nelle suore che si sono succeduti e nel personale addetto, per questa cura.
Nella prima lettura di oggi, tratta dagli Atti, Paolo e Barnaba vengono scambiati per dèi, dopo aver guarito un paralitico. E loro che si sgolano per dire che nessuno deve chiamarli così, perché anche loro sono persone normali come tutti gli altri. Persone come Roberto, che probabilmente non verrà ricordato per nessuna costruzione, per nessuna invenzione, per nessun miracolo in terra, ma che sono state obbedienti e fedeli nella semplicità ci aiutano a comprendere meglio il senso dell’umiltà in un mondo che fa della efficienza e della prestazione i nuovi dogmi. Ci aiutano a capire da chi è composto l’esercito silenzioso dei piccoli attraverso i quali il Signore regge il mondo.
Dice il vangelo odierno di Giovanni: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Ecco una bella sintesi per Roberto e un invito per tutti noi: osservare i comandamenti del Padre, non altro. Anche il Vangelo di ieri V domenica di Pasqua diceva che c’è solo da seguire Gesù come via, verità e vita. Come ricorda don Francesco Pampinella: “certamente il signor Roberto Calcaterra più che annunciare l’amore di Dio al prossimo con le parole, lo ha manifestato, lo ha “detto” con la sua vita. Sicuramente la fede in Dio, la sua fedeltà all’Eucarestia e alla preghiera hanno alimentato la spiritualità del signor Roberto, accresciuto in lui la bontà d’animo e sostenuto la fedeltà alla consacrazione religiosa”. don Masili: “anche a Loreto – ultima tappa del suo peregrinare prima di essere trasferito qui – dove era diventato fragile, per certi versi insicuro e bisognoso di attenzione… ha continuato ad essere il confratello preciso nei suoi doveri: momenti di preghiera comunitari, il rosario insieme a qualche altro confratello, E don Carlo Russo: “Con dedizione aveva a cuore i ministranti che mostravano verso di lui grande affetto e preparava l’altare per la celebrazione con una cura straordinaria. Ritengo che il suo cuore fosse un cuore mariano”.
Caro Roberto, grazie per la tua presenza in mezzo a noi, grazie per il bene che in quella forma specifica di vocazione che è il salesiano coadiutore, silenziosamente hai compiuto secondo la volontà di Dio. Ora ti ricompensi e ti benedica nel Paradiso Salesiano.