Dal sito InfoANS.
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Domenica 29 gennaio la comunità parrocchiale della Basilica “San Giovanni Bosco al Tuscolano”, a Roma, si è riunita per la celebrazione eucaristica domenicale in vista della festa di Don Bosco. La celebrazione ha visto la presenza di moltissimi fedeli, autorità civili e militari, tutti stretti intorno al Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede e stretto collaboratore del Papa.
La presenza del Cardinale Parolin ha offerto alla numerosa comunità del “Don Bosco di Roma” l’occasione per ringraziare Dio per quanta grazia è presente nella Chiesa di Roma, e per ricordare a se stessa la necessità sempre più viva di percorrere una strada di santità – sul segno degli ospiti illustri che ha avuto la Basilica: San Giovanni XXIII, San Paolo VI, San Giovanni Paolo II, Santa Teresa di Calcutta.
Se è vero che ognuno di questi Santi ha insegnato qualcosa e in un modo peculiare, Don Bosco, ha ricordato il parroco, don Roberto Colameo, nel suo saluto di benvenuto al Cardinale, ha mostrato alla comunità salesiana come la strada per la salvezza possa essere percorsa con quella gioia, quell’allegria caratteristici di un cuore che è in pace con se stesso, con Dio e con il prossimo.
Il Cardinale, esprimendo nel frattempo la propria meraviglia di fronte ad una “cosa così grande” come il quartiere Don Bosco, e dinanzi ad “una chiesa così grande” come la Basilica dedicata al Santo, ha ricordato la proclamazione del Santo torinese da parte di Papa Paolo Giovanni Paolo II come “Padre e Maestro della gioventù” il quale affermò quanto fosse appropriato che con tale titolo egli venisse invocato e onorato, specialmente da coloro che si ritengono i suoi figli spirituali.
Il Cardinale ha ricordato che questo titolo non va in contraddizione con l’insegnamento del Signore Gesù quando diceva “non chiamate Padre nessuno di voi sulla terra perché uno solo è il padre vostro, quello celeste”. Il Cardinale ha spiegato che non esiste nessuna contraddizione, poiché la venerazione dei Santi non toglie niente a Dio perché tutti i Santi sono come delle finestre aperte su Dio e questo vale anche per San Giovanni Bosco, la cui esistenza, animata non da paternalismo, ma dalla paternità fatta dal suo cuore di padre, è diventata una finestra attraverso il quale vedere Dio, la sua presenza salvifica, suscitatrice di pastori ai quali Dio affida il suo gregge, pastori che si lasciano riempire dalla grazia di Dio.