Published On: 9 Febbraio 2024

La prima giornata piena dell’incontro dei confratelli perpetui del quinquennio (preti e coadiutori) ha visto nella mattinata di martedì 6 febbraio un pellegrinaggio alla Basilica di san Clemente, del XII secolo.

Il mosaico del catino absidale e la memoria liturgica dei santi Paolo Miki e compagni, oltre al ricordo dello stesso San Clemente, hanno accompagnato la riflessione sul vangelo della “vite e i tralci” di Giovanni (Gv 15,1-11), offerta dal vicario dell’ispettore, don Michelangelo Dessì.

Per i giovani confratelli è stata l’occasione per rinnovare la consapevolezza del segreto della fecondità della vita, della propria vita e di ogni vita, che è il radicamento di questa nella vita stessa di Dio, il rimanere in Lui. Questo abbandono fiduciale, che riconosce la propria pochezza, è fede vissuta nella quotidianità, la quale permette di portare molto frutto nella propria esistenza. Come è ben rappresentato nel mosaico del XII-XIII secolo, la croce di Gesù trasforma dal di dentro ogni morte, tale da diventare sorgente di fecondità, fecondità che si spande nell’immagine attraverso la rigogliosità di quella pianta che dal sangue di Cristo dona vita a tutta l’umanità. La creazione rinnovata dal sacrificio pasquale raffigurata nel mosaico diventa immagine di quelle vite che assumono la stessa forma di Cristo nel dono di sé. Qui troviamo la vita di Clemente, di Cirillo (di cui nella basilica si conservano alcune reliquie), di Paolo Miki e compagni, e dei tanti confratelli salesiani che hanno vissuto radicati a questa vite e hanno portato molto frutto. E giusto restando sul tema della fecondità, in maniera sorprendente e non preparata si è avuto modo d’incontrare le nuovi direttrici FMA in visita anche loro alla Basilica. Una felice coincidenza.

La celebrazione eucaristica presieduta dal Superiore, don Stefano Aspettati, è stato l’apice e il momento conclusivo del pellegrinaggio, nella quale sono stati affidati la fecondità delle nostre vite e comunità.

Nel pomeriggio si è vissuto un momento di confronto e scambio sempre con l’Ispettore a partire dalla vita concreta delle nostre comunità e della collaborazione con i laici, e un momento di condivisione per preparare un incontro formativo per giovani universitari nella giornata di mercoledì, guidato da don Michelangelo.

Una pizzata insieme ha concluso questa ricca giornata.

don Francesco Simoncelli