Si è svolta a Roma, nei giorni dall’1 al 3 giugno scorso, presso la sede della Ispettoria Centrale, la prima sessione di esercitazioni pratiche del corso triennale per il conseguimento del diploma di accompagnamento al discernimento, avviato a novembre scorso. Se la modalità didattica ordinaria degli incontri mensili è on line, quella del cosiddetto practicum non può che essere in presenza non potendo realizzarsi, diversamente, quella interazione nel dialogo interpersonale che costituisce la linea continua sulla quale si costruisce l’accompagnamento.
Numerosi i partecipanti, sia laici che consacrati FMA e SDB, che si sono spesi in una vivace sperimentazione delle dinamiche relazionali, alla luce delle competenze acquisite attraverso lo studio fin ora condotto. La programmazione delle giornate di lavoro è stata ben serrata sin dalla serata di accoglienza, secondo un ritmo in crescendo che ha lasciato maturare un clima di grande apertura ed ampia condivisione, favorendo la disponibilità e l’impegno nelle esercitazioni, e fugando il timore che alimentava in alcuni la riserva nel mettersi in gioco in una dinamica laboratoriale.
L’accompagnamento al quale il corso forma è, nella sua essenzialità, un accompagnamento spirituale, modulabile nelle declinazioni dell’accompagnamento d’ambiente, di gruppo, e personale in stile salesiano. Ed ha l’esclusiva finalità di imparare a poter discernere la volontà di Dio nella vita, unica voce che indirizza il cammino di chi è cristiano, sia che accompagni sia che si lasci accompagnare.
L’accompagnamento spirituale non è un servizio al quale tutti sono chiamati. Di certo il discernere la volontà di Dio è compito per tutti. Accettare di rendersi accompagnatore dell’altro, lungo la strada che conduce al Padre, significa innanzitutto mettersi in cammino per imparare ad ascoltare la volontà del Signore nella propria vita. E’ prima di tutto un lasciarsi condurre, accettando di orientarsi verso La Voce che chiama. Ecco allora che misurarsi con la capacità di ascolto mette a nudo le proprie fragilità, ed apre cuore, mente e spirito liberando emozioni che, se sublimate nella sfera dei sentimenti, forgiano la volontà verso le scelte dettate dalla personale vocazione.
Ancora una volta è giunta la conferma, ammesso che ve ne fosse bisogno, che la vicinanza di salesiani consacrati e laici, accomunati dalla dedizione alla missione – pur nelle differenti dimensioni di vita – rende bella e feconda non la sola Congregazione ma la Chiesa tutta, nella quale l’accompagnamento dei giovani sulle orme di Don Bosco traccia la via per arginare il fiume dirompente della dispersione sociale, oggi più di sempre percepibile ad ogni latitudine.
Un grazie a chi ha fortemente voluto questo corso di formazione, a chi ha impiegato le proprie risorse perché venisse articolato anche in questa avvincente sessione laboratoriale.
Sposi Fabio e Brunella Cifola